Chirurgia muco gengivale:

La chirurgia parodontale oltre alla terapia della piorrea come abbiamo visto precedentemente, si interessa anche della risoluzione di eventuali danni estetici delle gengive ed anche della risoluzione di difetti gengivali e del sorriso presenti geneticamente in alcuni individui.

Un bel sorriso è composto da un armonioso insieme di denti e gengive. Una recessione gengivale, può quindi arrecare danni non solo funzionali ma anche estetici. Con le nuove tecniche microchirurgiche si riesce in molti casi a porre rimedio a tali compromissioni.

Delle volte, anche l’effetto contrario può essere indesiderato. Le gengive coprono una parte eccessiva dei denti che di conseguenza appaiono troppo corti. Questo fenomeno non raro è chiamato anche gummy smile (sorriso gengivale).

Anche in questo caso, la chirurgia parodontale estetica può rimediare: Con il laser o con il bisturi il tessuto in eccesso è delicatamente rimosso in modo indolore ripristinando la sagoma armonica dei denti.

Fase di mantenimento:

Al termine della fase attiva di terapia, il paziente parodontale passa alla fase di mantenimento dello stato di salute parodontale raggiunto. Questa fase è basata su periodici richiami per le visite di controllo che possono coincidere con le sedute d’igiene orale. La frequenza dei richiami può variare, secondo la gravità della situazione parodontale e a seconda della riposta comportamentale del paziente da 2-6 mesi. Studi scientifici hanno provato che questa fase di mantenimento costituisce la vera chiave di successo per ottenere buoni e duraturi risultati terapeutici.

Di conseguenza, tutti i pazienti parodontali in fase di mantenimento, sono sottoposti regolarmente ai seguenti esami: indici di placca e di sanguinamento gengivale, sondaggio parodontale (misurazione delle tasche), radiografie endorali.

Domande e risposte sulla parodontite:

È possibile che io soffra di parodontite, benché io non senta alcun disturbo?

Al contrario di altre patologie, la parodontite decorre, per lo più, in maniera asintomatica, cioè essa non causa sintomi dolorosi o vistosi. Spesso ci sono, però, segni poco caratteristici come il sanguinamento gengivale. Ma non si tratta di sintomi affidabili. Nei fumatori, per esempio, delle volte, la ridotta irrorazione sanguigna fa sì che le gengive non sanguinino neppure in caso di grave piorrea. La malattia parodontale può diventare dolorosa soltanto allo stadio avanzato, quando si possono formare ascessi. Anche la mobilità dei denti può causare dolori alla masticazione.

Posso avere la malattia parodontale nonostante io non presenti segni visibili di recessione gengivale?

La parodontite porta alla distruzione dell’apparato di sostegno del dente, cioè di osso, fibre e gengiva. I tessuti gonfi dovuti alla infiammazione possono, però, mascherare questo processo cronico che diventa visibile soltanto quando è già molto progredito.

La cura della malattia parodontale è molto dolorosa? Ho sentito parlare di grossi interventi.

Tutte le terapie parodontali, dalla fase iniziale alla chirurgia, sono eseguite sotto anestesia locale e in modo assolutamente indolore. Grazie alle moderne tecnologie, oggi in molti casi possiamo fare a meno di interventi chirurgici.

Ho spesso l’alito cattivo. Può avere a che fare con la malattia parodontale?

In più dell’80 per cento dei casi l’alitosi (l’alito cattivo) deriva dal cavo orale. La malattia parodontale gioca un ruolo determinante in questo contesto, in quanto i batteri nelle tasche parodontali emettono dei gas solforici maleodoranti. I pazienti che soffrono d’alitosi dovrebbero perciò consultare dapprima il medico dentista.